In questi giorni, a Torino l’autunno ha definitivamente lasciato il posto all’inverno. Fuori Camellia il vento gelido sta spazzando via le foglie dagli alberi. Noi ci scaldiamo pensando alla nostra festa d’autunno e preparandoci per il Natale!
Ci siamo lasciati qualche settimana fa parlando della degustazione “Si dice tè nero”, incentrata su diverse tipologie di tè dal liquore scuro. “Tè verdi che non ti aspetti” ci ha invece accompagnati in un viaggio, guidato da Elena Giovanelli, tra Cina, Corea e Giappone, assaggiando tè verdi dalle caratteristiche diverse.
Il primo tè, Long Jing Bio, proviene dalla provincia dello Zhejiang, sulla costa orientale cinese. E’ lavorato tradizionalmente a foglia lunga e schiacciata. Le foglie, di un bel verde chiaro, regalano un liquore verde giada dal gusto delicato e gentilmente floreale, estremamente rinfrescante.
Di altro tenore è il sud-coreano Jeju Sejak Bio, proveniente dall’isola vulcanica di Jeju, riserva naturale e patrimonio dell’Unesco. Il tè ottenuto da queste foglie di primo raccolto ha un colore che vira dal verde al giallo. Il sapore è deciso e dolce, con sentore di noce. La nota marina richiama immediatamente i vicini tè verdi giapponesi.
E con un tè verde giapponese abbiamo concluso la nostra degustazione: il Tamaryokucha Yonkon, proveniente da Kyushu, nel Sud del Giappone. Le foglie color smeraldo vengono arrotolate a forma di spirale. L’aroma è fresco ed erbaceo, con note leggermente affumicate. Noi l’abbiamo preparato a freddo in acqua frizzante, un perfetto aperitivo per l’ora di pranzo!
Se volete prepararvi un aperitivo per questa sera, bastano 8 g. di Tamaryokucha Yonkon in mezzo litro di acqua frizzante. Chiudete ermeticamente e tenete in frigo per mezz’ora. Ogni tanto, scuotete la bottiglia. Filtrate, aggiungete uno spicchio di clementina in ogni bicchiere e… buon tè!
Fateci sapere come è andata… a noi è piaciuto tantissimo!
Scritto da Donata e Ombretta bevendo Ban Zhang Mountain Cooked Pu-er, tè fermentato e pressato dolce e aromatico.