Cha Ma Gu Dao: l’antica via del tè e dei cavalli

Nascosta dalla vegetazione, cancellata a tratti dal succedersi delle stagioni e dei monsoni, la Cha Ma Gu Dao, Antica Via del Tè e dei Cavalli, collegamento tra Tibet e Cina, va scomparendo come gli ultimi portatori che l’hanno percorsa.

Nei secoli le popolazioni tibetane e cinesi si sono scambiate merci ambite: i tibetani, forti della loro tradizione equestre, vendevano i pregiati cavalli Nangchen in cambio del tè, pressato in panetti, da miscelare con burro di yak per una bevanda sostanziosa e corroborante, utile a sopportare il clima rigido tibetano.

la via del tè e dei cavalli

Rimasta in uso fin negli anni 60 del secolo scorso, quando fu sostituita da due strade asfaltate, le Statali 317 e 318, la Cha Ma Gu Dao (Guylam per i tibetani) si componeva di una rete di sentieri che congiungeva le regioni occidentali della Cina con l’altopiano tibetano. Diversi erano i rami principali.

Il più meridionale partiva dalla città di Pu’er, nello Yunnan, puntava verso nord parallela al confine con il Myanmar. Poco sopra la città di Deqin si avvicinava al ramo settentrionale, partito dalla città di Ya’an, nel Sichuan. Entrambe proseguivano, inerpicandosi verso i valichi tibetani, scendendo poi di monastero in monastero verso la città di Lhasa. Di lì le merci proseguivano verso Sud: India, Nepal.

Non erano le uniche vie: un terzo ramo affrontava i versanti centrali. Non è mai stato asfaltato: troppo impervio.

pu’er

Il tè che percorreva queste strade era tè verde, essiccato e pressato in panetti, dove subiva un processo di fermentazione: pu’er. I portatori potevano arrivare a caricarsi sulle spalle 70 o 80 kg di tè e altri prodotti di scambio. Il viaggio durava settimane, tra insidie naturali, climatiche e briganti. La paga era misera, 1 kg di riso per ogni kg consegnato.

Per più di un millennio il tè ha viaggiato in questo modo. La leggenda narra infatti che nel 641 d.C. la principessa Wen Cheng della dinastia Tang arrivò in Tibet, sposa del re Songtsen Gampo, portando con sé il tè. In realtà studi recenti hanno constatato la presenza di tè nella prefettura di Ngari, nel Tibet occidentale, in sepolture risalenti già al III secolo d.C.

Songstan Gampo of Tibet By User:Dr. Blofeld [Public domain], via Wikimedia Commons
Songstan Gampo of Tibet
By User:Dr. Blofeld [Public domain], via Wikimedia Commons
L’avvento della modernità ha disperso buona parte di questa via, ma ha affrancato centinaia di persone da un lavoro massacrante. Non dobbiamo dimenticarlo, quando beviamo un pu’er!

Scritto da Donata, bevendo Finest Tippy Golden Yunnan, tè rosso cinese proveniente dal distretto meridionale dello Yunnan.