Nelle montagne del nord del Laos, a Ban Koamen, pochi chilometri dalla cittadina di Phongsaly e dalla frontiera con la Cina, ci sono piante di tè molto antiche. Pare abbiano più di 400 anni.
Tè nel nord del Laos: la leggenda
La leggenda narra che un commerciante cinese morì nella foresta, e un albero di tè crebbe dai semi che conservava nella tasca.
E’ più probabile che la popolazione abbia introdotto la coltura del tè a inizio del diciannovesimo secolo, al suo arrivo in queste zone cui venne destinata dal sovrano a difesa dei confini, anche se l’antichità delle piante fa pensare a un antico insediamento cinese poi abbandonato.
Alcuni di questi alberi, nodosi e contorti, sono alti sei metri: ancora oggi vengono raccolte ogni quindici giorni le nuove foglioline, con una pausa nel periodo più freddo. La raccolta avviene a mano, unici utensili una sacca e una bottiglia di acqua. Sovente scalzi, per potersi muovere più agevolmente.
All’arrivo nel villaggio, non è difficile essere invitati ad accomodarsi davanti a un tavolino di metallo lavorato: è abitudine offrire all’ospite una tazza di tè. Le foglie rimangono in infusione nella teiera per parecchio tempo, ma il tè non diventa amaro o astringente.
Nel nord del Laos il tè è un’importante fonte di reddito, ma non si sente mai parlare di tè laotiano. Forse per via dell’ingombrante vicino.
La diffusione di nuove varietà di Camellia provenienti dallo Yunnan rende sempre più difficile trovare coltivazioni del tè originale della regione, che è un hei cha (categoria di tè in stile pu’er). La maggior parte del tè viene poi esportata nello Yunnan.
Nel villaggio di Ban Koamen la tradizione resiste: qui si trova ancora il sigaro di tè, realizzato con foglie che dopo la lavorazione vengono pressate all’interno di una canna di bambù lunga non più di trenta centimetri. Una volta modellato viene essiccato e conservato.
Scritto da Ezio bevendo tè del Laos…